
Legame profondo, quello di Verne con il mondo dell’astronomia. Argomento trattato non soltanto nei due romanzi che parlano della Luna, ma in molte altre avventure dove a fare da protagonisti sono proprio gli astronomi, uomini che nella visione dello scrittore francese modificano la realtà e risolvono problemi con tutto il loro carico di ottocentesco positivismo. In realtà, di quel mondo scientifico Verne non faceva parte. Aveva infatti studiato da avvocato, e per la trama delle sue novelle si avvaleva per lo più di testi divulgativi in voga alla sua epoca e della frequentazione con amici scienziati. Nonostante ciò, la sua influenza sulle persone colte del tempo fu addirittura superiore a quella che ebbe Camille Flammarion, contribuendo a formare intere generazioni di appassionati di scienza in genere e di astronomia in particolare.
Nato sulla costa atlantica della Francia (Nantes, 8 febbraio 1828), i viaggi furono per Verne la prima vera passione, anche se il primo si concluse molto modestamente a pochi chilometri di distanza. A undici anni era infatti fuggito di casa e aveva tentato di imbarcarsi sul tre alberi “Coralie”, diretto in India. Ma il padre, Pierre, che sognava di affidare al figlio primogenito il suo avviato studio di avvocato, riuscì a raggiungerlo prima della partenza e a riportarlo a casa. Ravveduto, si diploma al liceo classico di Nantes e alla fine accetta seppure a malincuore la proposta paterna di studiare Legge a Parigi; dove però diserta spesso le aule universitarie e frequenta invece assiduamente il salotto letterario dei Dumas (padre e figlio). La cosa procura al giovane Verne nuovi amici, tra cui Jacques Arago, viaggiatore instancabile, e Félix Tournachon, detto Nadar, il bizzarro fotografo e pioniere della navigazione aerea che troveremo poi tra i protagonisti di “Dalla Terra alla Luna” con il nome anagrammato di Ardan.