
Una rivisitazione del famoso fenomeno lunare avvenuto a Canterbury intorno al solstizio estivo di 835 anni fa pone serie obiezioni alla veridicità del racconto che è arrivato ai nostri giorni. A conti fatti, non solo non regge l’ipotesi dell’impatto asteroidale sulla Luna, ma è lo stesso resoconto dello storico Gervaso ad essere messo in discussione.
«Era la domenica che precede la festa di S. Giovanni Battista nell’estate del 1178. I monaci della cattedrale di Canterbury a Londra avevano terminato da poco le preghiere serali, e si preparavano a ritirarsi per la notte. Fratello Gervaso, lo storico dell’abbazia, oggi considerato un cronista molto attendibile negli avvenimenti politici e culturali del suo tempo, si avviava verso la sua cella leggendo, mentre altri monaci si godevano la dolce festa serale di giugno. Nel mezzo di questa loro ricreazione, il fato volle renderli testimoni di un fenomeno sorprendente, una violenta esplosione sulla Luna, che Gervaso ci ha così tramandato: “La Luna crescente splendeva e, come è normale in questa fase, aveva la gobba a ponente. Improvvisamente, la parte superiore si staccò in due e dal centro della frattura scaturì una fiammata immensa, lanciando tutt’intorno a notevole distanza vampate di materia infuocata. Dopo questo fenomeno, lo spicchio assunse un colore nerastro da un capo all’altro per tutta la sua lunghezza”.»
Così Carl Sagan scriveva nel 1979 in “Cosmos”, dando probabilmente una spinta decisiva alla volgarizzazione di un episodio che a quel tempo era a conoscenza soltanto di pochi storici dell’astronomia.
Sempre bravo ed interessante Vitagliano