

Ci sono oggetti deep-sky che pur senza avere molto da dire suscitano comunque rispetto negli osservatori, anche per il solo fatto di essere percepiti come una parte del grande romanzo cosmico; altri inducono invece a una stupefatta ammirazione, anche quando (come nel caso dell’oggetto di cui stiamo per parlare) l’osservatore si trova al cospetto di una galassia amorfa e praticamente “senza volto”, ovvero senza molti particolari su cui passare le notti. È il caso di M87, l’enorme ellittica che domina il grande ammasso della Vergine; impenetrabile nella sua maestosità, eppure unica nel suo genere per il fatto di nascondere qualcosa che solo in pochi riescono a vedere.
Charles Messier fu il primo, la notte del 18 marzo del 1781, a osservare questa galassia, che descrisse come «una nebulosa tonda e senza stelle, con un
centro molto piccolo e circondato da un alone debole ma esteso»; la inserì nel suo catalogo col numero 87, paragonandola nella descrizione alle altre galassie M84 e M86 scoperte la stessa notte insieme ad altri cinque oggetti; William Herschel non aggiunse nulla di più, liquidandola come una semplice nube molto luminosa, tonda e più brillante al centro.