EQUAZIONE DI DRAKE “è tempo di cambiare”

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EQUAZIONE DI DRAKE “è tempo di cambiare”
Nei prossimi anni, la ricerca di vita extraterrestre abbandonerà forse definitivamente la strada dei grandi radiotelescopi in ascolto, tracciata da Frank Drake mezzo secolo fa, per rivolgersi all'analisi spettroscopica delle atmosfere planetarie sostenuta dai grandi Osservatori spaziali.

Frank Drake
Nei prossimi anni, la ricerca di vita extraterrestre abbandonerà forse definitivamente la strada dei grandi radiotelescopi in ascolto, tracciata da Frank Drake mezzo secolo fa, per rivolgersi all'analisi spettroscopica delle atmosfere planetarie sostenuta dai grandi Osservatori spaziali.

Una nuova formulazione della cosiddetta Equazione di Drake è stata recentemente proposta dall’astronoma canadese Sara Seager, finalizzando il calcolo non al numero di civiltà galattiche sufficientemente evolute da usare la tecnologia radio per comunicazioni interstellari, ma a quello dei pianeti in cui la vita, anche a livello elementare, sia in grado di alterare la composizione chimica dell’atmosfera e di rivelarsi così a raffinati metodi di indagine spettroscopica.
Più di mezzo secolo fa, nel 1961, l’astrofisico Frank Drake propose una specie di “equazione” matematica che teneva conto di alcuni parametri ritenuti all’epoca fondamentali per poter ricavare una stima ragionevole del numero di ipotetici pianeti abitati presenti nella nostra galassia. Drake stesso chiarì come nacque l’idea: «Pianificando una conferenza sul tema delle comunicazioni interstellari mi resi conto, con qualche giorno d’anticipo, che avevamo bisogno di un programma. E così mi scrissi tutte le cose che avevamo bisogno di sapere per capire quanto difficile si sarebbe rivelato entrare in contatto con delle forme di vita extraterrestri. E guardando quell’elenco diventò piuttosto evidente che moltiplicando tutti quei fattori si otteneva un numero, N, che è il numero di civiltà rilevabili nella nostra galassia. Questo, ovviamente, mirando alla ricerca radio, e non alla ricerca di esseri primordiali o primitivi».