
Per chi vorrà ricordarsene, l’ultima volta che abbiamo visitato Pegaso è stato nel settembre del 2008 (Coelum 120), e allora parlammo dei due oggetti più famosi della costellazione: NGC 7331 con la sua corte di compagne e l’immancabile Quintetto di Stephan. Dopo sei anni chiudiamo il discorso dando uno sguardo all’ammasso globulare M15 e alla NGC 7814, la “quasi Sombrero”.
M15, il globulare con sorpresa – Il primo degli oggetti celesti di questo mese bisognerà cercarlo all’estremità occidentale della costellazione, quasi al confine con la piccolissima regione del Cavallino. Arrivarci è molto facile; l’oggetto si trova infatti sul prolungamento della linea che unisce idealmente le stelle theta ed epsilon Pegasi, poco più di 4° da quest’ultima. Stiamo parlando di Messier 15, uno degli ammassi globulari del nostro cielo più grandi e luminosi, tanto da sfiorare, con le sue centomila stelle, il limite della visibilità ad occhio nudo.
Salve Salvatore Albano. M15 l’ho già ripreso un mese fa, e pubblicato su mia Galleria Photocoelum. Saluti.
Ottimo sincronismo Marco …
Caro “coscritto” Salvatore, (sono anch’ io del “66), ho letto la tua biografia in rete, e anche il tuo articolo sulla rivista cartacea. La mia “impressione” su di te, è stata quella di un astrofilo professionista, serio, pratico, chiaro. Non per niente sei arrivato dove sei, articolista su una rivista di Astronomia. Vorei chiederti un consiglio. Opero con un classico SC8, con riduttori vari a f/5, f/6.3, f/7. Nella costellazione di Pegaso, con questo diametro, mi vale la pena tentare di riprendere il quintetto di stephan? La “sfida” mi tenta…..
Marco,
leggendo i miei articoli sai che sono un visualista “puro”, ma con il setup che mi indichi io la ripresa del Quintetto la tenterei eccome! Vedi, in tutti questi anni di pratica spesi all’oculare di molti strumenti, mi sono reso conto di tante cose, ma un aspetto mi è rimasto come linea guida per le mie osservazioni: non prendere MAI in maniera dogmatica ciò che una certa letteratura dice. Ci sono molti oggetti celesti che, stando alla letteratura “classica”, risulterebbero letteralmente impossibili da osservare. Ma nella pratica risultano alla portata – a volte – di strumenti medio grandi. Quindi, l’esperienza diretta è la vera “letteratura” che io conosca e alla quale faccio riferimento, ed è quella che in definitiva consiglio ai lettori dei miei scritti … Fammi sapere come è andato il tuo tentativo (so per certo che lo farai)!
Grazie per gli apprezzamenti …
Hai ragione, vale più la pratica che la “grammatica”, tenterò subito la ripresa appena il tempo lo permette. Saluti.