Con affetto, Mario G. Fracastoro

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Con affetto, Mario G. Fracastoro
Mario Girolamo Fracastoro (Firenze, 1914 - Torino, 1994), che vantava una discendenza da quel Girolamo Fracastoro astronomo ai tempi di Copernico, si formò ad Arcetri alla scuola di Giorgio Abetti, diventando poi direttore degli Osservatori di Catania (dal 1954 al 1967) e di Pino Torinese (dal 1967 al 1984). Si occupò di stelle binarie, di studi solari e di strumentazione. A Torino si occupò di astrometria e fu promotore del progetto Hypparcos dell’Agenzia Spaziale Europea per la misura accurata delle posizioni e dei moti propri stellari. Nel 1995 gli è stata intitolata la sede osservativa di Serra la Nave, in riconoscimento della sua attività svolta in favore dell’astronomia catanese.
Mario Girolamo Francastoro
Mario Girolamo Fracastoro (Firenze, 1914 - Torino, 1994), che vantava una discendenza da quel Girolamo Fracastoro astronomo ai tempi di Copernico, si formò ad Arcetri alla scuola di Giorgio Abetti, diventando poi direttore degli Osservatori di Catania (dal 1954 al 1967) e di Pino Torinese (dal 1967 al 1984). Si occupò di stelle binarie, di studi solari e di strumentazione. A Torino si occupò di astrometria e fu promotore del progetto Hypparcos dell’Agenzia Spaziale Europea per la misura accurata delle posizioni e dei moti propri stellari. Nel 1995 gli è stata intitolata la sede osservativa di Serra la Nave, in riconoscimento della sua attività svolta in favore dell’astronomia catanese.

NON È UNA FOTO ASTRONOMICA, MA A MIO PARERE SI TRATTA DI UNA TESTIMONIANZA DEL PASSATO ALTRETTANTO INTERESSANTE. All’epoca, inizio anni ‘60, avevo 14 anni, i miei genitori dopo molte insistenze mi regalarono il famoso “Cannocchiale Max”, pubblicizzato su giornalini e romanzi di fantascienza; mi pare costasse 3500 lire! Era un piccolo rifrattore con obiettivo a lente semplice sui 50 mm di diametro, con un diaframma per migliorarne l’immagine. Che felicità nel poter vedere direttamente i crateri della Luna, Giove con i suoi i satelliti e gli altri pochi oggetti alla portata…
In seguito, per diverse vicissitudini, il cannocchiale fece una brutta fine, e in pratica mi rimase la sola parte di tubo contenente l’obiettivo e nient’altro. Dopo varie prove notai che se dietro al tubo con l’obiettivo tenevo tra le dita una lente positiva, si formava un’immagine visibile; avevo in pratica (ri)scoperto il principio del cannocchiale…