Era l’8 febbraio 1996 quando la giornaliera rubrica dell’APOD (Astronomy Picture Of the Day), una delle più popolari fonti di informazione astronomica in una Rete ancora agli albori, pubblicò quella che oggi ci apparirebbe come una scadente foto CCD (ripresa nientemeno che da un giovanissimo Gordon Garradd), scrivendo: “Tenetevi pronti per una delle più impressionanti e inattese comete della storia dell’astronomia moderna”. Che stava succedendo? Per capirlo, bisogna sapere che qualche giorno prima, nella notte tra il 30 e 31 gennaio, l’amatore giapponese Yuji Hyakutake aveva scoperto visualmente la sua seconda cometa, un oggetto che si trovava a circa 2 UA dal Sole e brillava di una modesta mag. +11,8.
