
“L’astronomo cecoslovacco L. Kohoutek su una lastra presa il 7 marzo 1973 al grande telescopio Schmidt dell’Osservatorio di Amburgo-Bergedorf scopriva un oggetto diffuso identificato con una cometa che, secondo la notazione adottata internazionalmente veniva chiamata 1973 f, essendo la sesta scoperta questo anno. La cometa allora si presentava come un piccolo oggetto diffuso di magnitudine +16, senza condensazione centrale apprezzabile. Successive misure di posizione hanno permesso di determinarne gli elementi orbitali e di prevedere che la Kohoutek passerà molto vicina al Sole (il suo perielio sarà a 0,14057 unità astronomiche dal Sole) e sarà una delle più brillanti del secolo con una magnitudine al suo massimo splendore compresa fra –10 e –5.3, secondo una stima dello stesso Kohoutek. Tale massimo sarà raggiunto nei giorni attorno a Natale e la cometa dovrebbe essere bene visibile nei mesi di dicembre (al mattino prima del sorgere del Sole) e gennaio (alla sera dopo il tramonto).”

Con questo scarno comunicato, pubblicato nel numero di settembre- ottobre 1973 (le notizie non erano molto veloci, allora), la rivista COELVM diede ai suoi lettori una notizia che ai giorni nostri scatenerebbe un bombardamento mediatico senza precedenti, ma che anche in quei tempi portò a un deciso risveglio dell’immaginario astronomico popolare: stava per arrivare una “delle comete più brillanti del secolo”, un mostro che avrebbe forse raggiunto la mag. –10!