“Le stelle non sono degli astronomi” – Due mondi lontanissimi sotto la cupola di Arcetri

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“Le stelle non sono degli astronomi” – Due mondi lontanissimi sotto la cupola di Arcetri
L’aspetto del cielo come doveva apparire verso le 23:30 del 25 marzo 1923 dall’Osservatorio di Arcetri la sera in cui Abetti puntò a beneficio di Ojetti la Nebulosa di Orione, la Luna al primo quarto, Saturno e per ultimo Giove appena sorto.
cielo25marzo1923
L’aspetto del cielo come doveva apparire verso le 23:30 del 25 marzo 1923 dall’Osservatorio di Arcetri la sera in cui Abetti puntò a beneficio di Ojetti la Nebulosa di Orione, la Luna al primo quarto, Saturno e per ultimo Giove appena sorto.

Terza pagina del Corriere della Sera, 7 aprile 1923. Nella consueta rubrica firmata con lo pseudonimo di “Tantalo”, il letterato e critico d’arte Ugo Ojetti racconta di una serata trascorsa sotto la cupola del rifrattore “Amici” in compagnia di Giorgio Abetti, allora giovane astronomo in procinto di assumere la direzione dell’Osservatorio di Arcetri. Insieme alla piacevole ed espressiva qualità narrativa di Ojetti, è interessante notare il suo aprioristico distacco da un mondo, quello astronomico e scientifico in generale, che come la maggior parte dei sui colleghi sente completamente estraneo e probabilmente non degno di essere preso in considerazione.
Malgrado sia lo stesso Ojetti a datare l’articolo al 30 marzo, da una ricostruzione del cielo basato sulla descrizione degli oggetti celesti osservati nel telescopio è stato facile identificare la serata trascorsa con Abetti in quella del 25 marzo 1923.