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Un’atmosfera violenta

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Un po’ come le comete, anche alcuni pianeti lasciano la “scia”. È la  scoperta di un team di ricercatori guidati da Alain Lecavelier, dell’Istituto di Astrofisica di Parigi (CNRS-UPMC). Grazie al telescopio spaziale NASA/ESA Hubble, i ricercatori hanno osservato che, dopo una violenta tempesta stellare, l’atmosfera del pianeta extrasolare HD 189733b ha cominciato letteralmente a evaporare.

Il team francese ha osservato l’esopianeta e la sua atmosfera con il metodo del transito, in due periodi tra il 2010 e il 2011, proprio quando la silhouette del pianeta lasciava la sua firma sulla stella HD 189733A, molto simile al Sole. HD 189733b è, invece, un pianeta gassoso come il nostro Giove e orbita ad una distanza molto ravvicinata alla sua stella (solo un trentesimo della distanza Terra/Sole). Questo porta la temperatura sul pianeta anche fino a 1000 gradi centigradi. L’atmosfera dell’esopianeta è continuamente sottoposta a violente radiazioni di ultravioletti e raggi-X.

È proprio tra la prima e la seconda osservazione che i ricercatori hanno notato il cambiamento nell’atmosfera del pianeta. “Nel 2010 – dice Lecavelier – le rilevazioni non mostravano affatto l’atmosfera. Abbiamo capito di aver scoperto qualcosa solo con i successivi studi”. Lecavelier, grazie alla scoperta, non ha solo confermato che l’atmosfera dei pianeti può evaporare se sottoposta a determinate condizioni, ma ha anche studiato quali di queste condizioni fisiche portano al cambiamento di stato dell’atmosfera.

L’evaporazione (la scia nera nella foto) non è stata causata dalle alte temperature del pianeta, ma da radiazioni ultraviolette e da raggi-X provenienti dalla stella madre, 20 volte più potenti rispetto alle radiazioni del nostro Sole. I raggi-X sono talmente potenti da riscaldare il gas presente nell’atmosfera fino a decine di migliaia di gradi, tanto da uscire dal raggio gravitazionale del pianeta.

Le osservazioni permetteranno futuri studi sulle condizioni climatiche dei pianeti fuori del nostro Sistema Solare.

Per saperne di più: Nasa.gov.