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Primavera d’asteroidi

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Crediti per l’immagine: Emily Lakdawalla (Planetary Society Blogger)
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Crediti per l’immagine: Emily Lakdawalla (Planetary Society Blogger)

Ci risiamo, un altro asteroide s’accinge a passare nei pressi della Terra. L’appuntamento è per le undici di sera (ora italiana) di venerdì 31 maggio. Il verbo “sfiorare”, diciamolo subito, in questo caso sarebbe quanto mai fuori luogo: la distanza minima alla quale 1998 QE2 – così è stato battezzato il pietrone volante – verrà a trovarsi rispetto al nostro pianeta è stata infatti calcolata in 5.8 milioni di chilometri. Come dire, 15 volte la distanza fra la Terra e la Luna.

Insomma, se non fosse per un pizzico di scaramanzia dovuto all’incredibile coincidenza del 15 febbraio scorso, quando a distanza di poche ore ben due pietre volanti – rispetto all’una prevista – hanno fatto visita al nostro pianeta, verrebbe da dire che non c’è proprio nulla di cui preoccuparsi. È vero che 1998 QE2 è relativamente grande, circa 2.7 chilometri, ma la distanza dalla Terra è tale che l’unico cruccio degli astronomi sarà quello di riuscire a osservarlo al meglio. Dalla NASA fanno sapere che le enormi antenne radio di Goldstone e Arecibo sono già pronte a entrare in azione, e la speranza è di riuscire a cogliere dettagli della superficie dell’asteroide di appena 3-4 metri.

Gragnuola su Marte, impatto record sulla Luna

Meno tranquilla appare la situazione, rimanendo sempre in tema d’impatti celesti, per due dei nostri vicini: la Luna e Marte. Partiamo da quest’ultimo. È di questi giorni che, analizzando le immagini raccolte dallo strumento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) a bordo della sonda NASA Mars Reconnaissance Orbiter, gli scienziati sono giunti a calcolare i bombardamenti subiti dal pianeta rosso: fra asteroidi e frammenti di comete, la notizia, oltre 200 all’anno. E parliamo di bombardamenti consistenti, tali da lasciare sul terreno crateri di almeno quattro metri di diametro.

Altrettanto martoriato appare il nostro satellite, sprovvisto come e più di Marte di quel giubbotto antimeteoriti naturale rappresentato da una densa atmosfera. Risale ad appena qualche settimana fa la registrazione d’un impatto da record sul suolo della Luna. «Il 17 marzo 2013 un oggetto delle dimensioni di un piccolo macigno ha colpito la superficie lunare nel Mare Imbrium», ha annunciato nei giorni scorsi Bill Cooke, del Meteoroid Environment Office della NASA. «È esploso in un lampo dieci volte più brillante di qualsiasi cosa abbiamo mai visto prima». Talmente brillante che chiunque stesse osservando la Luna al momento dell’impatto, anche a occhio nudo avrebbe potuto cogliere i bagliori dell’esplosione, pari per luminosità a una stella di quarta magnitudine.

In Italia il centro europeo di controllo

Oltre alla protezione d’una generosa atmosfera, il nostro pianeta può avvalersi d’un monitoraggio sempre più puntuale delle pietre volanti potenzialmente più pericolose, i cosiddetti NEO (Near-Earth Objects). E se fino a oggi a farla da padroni, in questo campo, sono stati gli Stati Uniti – con all’attivo il 98% dei NEO scoperti e un budget dedicato all’allerta precoce salito, nel 2012, da 6 a 20 milioni di dollari – il ruolo dell’Europa è destinato ad aumentare. S’inaugura infatti proprio in questi giorni, mercoledì 22 maggio, in Italia (a Frascati, presso la sede ESA di ESRIN) il Near-Earth Object Coordination Centre (NEO-CC) dell’Agenzia Spaziale Europea: un centro di coordinamento dove verranno raccolti i dati provenienti da tutti i sistemi europei, già esistenti e futuri, per il monitoraggio di asteroidi e comete con orbite vicine a quella della Terra.

Guarda il servizio video di Marco Galliani su INAF-TV:

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