Home Appuntamenti del Mese Mostre e Incontri Originali e all’avanguardia, coniugano buona musica e buona astronomia… sono i Deproducer!

Originali e all’avanguardia, coniugano buona musica e buona astronomia… sono i Deproducer!

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4 musicisti, 4 produttori con percorsi diversi ed importanti. Insieme per condividere un’idea, il primo capitolo di un progetto di ricerca: Musica, con entusiasmo e libertà, la Scienza come poesia.

PROSSIME DATE: a Milano il 1° febbraio (Teatro dal Verme); a Torino il 4 febbraio (Teatro Colosseo)

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La storia del progetto

Dall’incontro di 4 produttori del calibro di Vittorio Cosma, Gianni Maroccolo, Riccardo Sinigallia e Max Casacci nasce un progetto innovativo e coinvolgente, un connubio senza precedenti tra musica e scienza. Deproducers è una sorta di collettivo, al quale ha collaborato anche il superproduttore Howie B e lo strabiliante batterista Dodo Nkishi, che si ripropone di musicare dal vivo conferenze scientifiche raccontate in maniera rigorosa ma accessibile.

L’idea di Deproducers nasce da Vittorio Cosma, che decide di coinvolgere alcuni dei musicisti che più stima in un progetto che faccia incontrare musica e scienza.

Una mattina, con l’idea di Deproducers in testa, decide di entrare nel Planetario di Milano, dove incontra il direttore Fabio Peri, uno scienziato con un occhio di riguardo verso la musica. L’empatia è immediata, e il professore viene subito coinvolto nel progetto.

L’Astrofisico illustrerà le meraviglie del cosmo e il mistero della sua nascita, le costellazioni e la loro mitologia, il rapporto tra l’Uomo e l’Infinito, il tutto veicolato da un’incredibile capacità di coinvolgere il pubblico con un linguaggio semplice ed accessibile (vedi video in basso o nel sito dei Deproducer).

Con lui, i 4 produttori insieme alla batteria di Dodo Nkishi ed alla direzione “cosmonautica” di Howie B stenderanno un tappeto sonoro dal vivo che trascinerà l’ascoltatore dritto nel centro della volta celeste, rendendo il concerto un vero e proprio viaggio intergalattico.

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“Planetario”, il primo capitolo di questa “collana”

Nel cuore di Milano, al centro di una città che corre cercando di afferrare il tempo, ancora un posto in cui perdersi a guardare il cielo. Si chiama Planetario Civico e lo dirige un ricercatore, Fabio Peri. Da anni racconta ai visitatori le stelle, i pianeti, quella che i poeti chiamano volta celeste. Lo fa con un linguaggio appassionato e contenuti rigorosamente scientifici, attento a inserire pochi termini tecnici in mezzo ad esempi comprensibili a tutti.

E’ per questo motivo che i molti che vanno al Planetario curiosi, escono da quella visita affascinati e più consapevoli, ammirati dal mistero del cosmo che adesso grazie a Fabio Peri è un po’ meno misterioso. I deproducers – Max Casacci, Vittorio Cosma, Gianni Maroccolo e Riccardo Sinigallia, vale a dire quattro tra i migliori produttori/musicisti in circolazione – erano al lavoro da diversi mesi su un progetto musicale la mattina in cui Vittorio Cosma si infilò in quel Planetario per una visita improvvisata, nel corso della quale fece la conoscenza di Fabio Peri.

La loro collaborazione era nata per istinto naturale, un “effetto domino” provocato da un’idea che da tempo brillava davanti agli occhi di Vittorio Cosma: creare musica insieme a dei musicisti/produttori che stimava, e dare vita ad un progetto concettuale vero e proprio. Gianni Maroccolo, Riccardo Sinigallia e Max Casacci sono già lì, uniti tra loro da un solo grado di separazione.

L’idea è quella di intraprendere un percorso ambizioso, mettendo in musica una sorta di enciclopedia delle scienze, dividendola in argomenti, ognuno dei quali costituirà il soggetto di un apposito album e progetto live. Quando Cosma tornò a casa dopo aver conosciuto Fabio Peri al Planetario di Milano, ne parlò agli altri, che sull’onda dell’entusiasmo organizzarono subito un altro incontro, dal quale uscirono senza più dubbi. Il primo lavoro dei deproducers, il primo capitolo della loro enciclopedia scientifica in musica, avrebbe parlato del cielo, delle stelle, dei pianeti, dei viaggi interstellari, delle stazioni spaziali, e del nostro naso all’insù.

DeProducers

PLANETARIO

SonyMusic (CD)

Un’idea suggestiva come il tema scelto, che può risultare anche un po’ ostico, dicevamo. Ma la domanda è: funziona? Si, funziona, e anche parecchio bene. Musicalmente, l’alchimia tra i quattro ha prodotto 7 tracce che spaziano dall’atmosfera rilassata di “Planetario”, al rock elettronico di “Travelling”, “Home” e “Neu”, all’ambient di “Costellazioni”, e al collage di “ISS”. I riferimenti immediati sono diversi: la “Music for airports” di Brian Eno -trasformata in “Musica per conferenze scientifiche”, come hanno dichiarato i quattro. E poi i collage sonori di “My life in the bush of ghost” di Byrne/Eno (che vengono alla mente in “ISS,” in cui sono incluse le voci della stazione spaziale). O ancora i Kraftwerk, sia per la classe nella scelta dei suoni, sia per l’attenzione al tema del rapporto tra l’uomo, la tecnologia e ciò che lo circonda. In generale, quella dei DeProducers è una musica contaminata, che esce dagli schemi classici: frutto di improvvisazioni e rimanipolazioni, ma con una sua anima ben precisa…

• Leggi l’articolo completo di rockol.it.

• Guarda la “video intervista”

Dalle sessions dei “fantastici quattro” (> i membri) è nata allora la colonna sonora di un viaggio costruito sull’ascolto; di quanto la materia suggeriva, in primis, e di quanto ognuno dei quattro sentiva di voler proporre dagli altri. Un approccio musicale che cercava di comprendere e di abbracciare al massimo ogni nota o idea musicale si manifestasse, per creare quella che ad ascoltarla bene sembra – e forse vuole essere – la colonna sonora di un’immaginaria conferenza scientifica.

A cucire le varie tappe del viaggio i testi liberamente adattati da Alessandro Cremonesi (La Crus) dalle spiegazioni narrative di Fabio Peri, letti proprio dal curatore del Planetario Civico di Milano. Di certo non un personaggio noto, non una voce famosa, ma proprio per questo forse il più adatto a trasferire al progetto il fascino e la credibilità che derivano dalla sua passione.

Ad arricchire le tessiture ritmiche, un batterista illuminato come Dodo Nkishi (Mouse on Mars), ad alterare la densità delle strutture portanti un produttore “cosmonauta” come Howie B. Il risultato di questo lavoro è PLANETARIO, un disco necessario, di quelli che si aspettano a lungo finché, finalmente, arrivano.

PLANETARIO è un disco che racconta il cosmo ma in realtà parla all’uomo dell’uomo, che del cosmo è protagonista e al tempo stesso ospite. Torna a mettergli davanti le cose a lui più care: le possibilità, le potenzialità, la natura immanente – qualcuno direbbe “divina” – che lo rende simile alle stelle. Con linguaggio scientifico sottolinea dati e processi meccanicistici, ma solo per lasciarne intuire, sullo sfondo, il profondo senso di poesia che da questi emana. La scommessa di vivere, la possibilità di esprimere il proprio talento, il rispetto per ciò che è immensamente grande e che esiste da prima dell’uomo. La necessità, ora, di tornare ad alzare lo sguardo al cielo, e di riallinearsi a leggi e tempi millenari, naturali, che sono i tempi del respiro della nostra anima.

Di tutto questo e di altro ancora parla PLANETARIO. Parla, racconta, fa immaginare anche grazie a quello che si preannuncia come uno dei live set più interessanti dei prossimi mesi: immaginato e sviluppato dallo scenografo “illuminatore” Peter Bottazzi (già al fianco di registi come Peter Greenway, Robert Wilson, Moni Ovadia), lo spettacolo svilupperà una visione artistica che unirà ai testi raccontati da Fabio Peri il sound designing dei deproducers (sorretti anche dal vivo dalle ritmiche di Dodo Nikishi).

Un live che mostrerà al pubblico volte stellate, pianeti, stelle che bruciano in equilibrio perfetto tra energia e gravità, stazioni spaziali internazionali, il viaggio di un raggio di luce e tanto altro. Per ricordarci infine, come diceva la famosa canzone, che“noi siamo figli delle stelle /figli della notte che ci gira intorno…”