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La Via Lattea a 360°

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Crediti: NASA/JPL-Caltech/University of Wisconsin-Madison
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Crediti: NASA/JPL-Caltech/University of Wisconsin-Madison

È proprio il caso di dirlo: la Via Lattea così non l’avete mai vista. Un gruppo di astronomi dell’Università del Wisconsin-Madison ha realizzato un ritratto a 360° della nostra galassia “cucendo” insieme ben 2 milioni di immagini a infrarossi scattate dal telescopio spaziale della NASA Spitzer, lanciato nel 2003, fornendo così nuovi dettagli sulla sua struttura. Per realizzare la panoramica sono stati necessari 10 anni di ricerche e le immagini sono state realizzate in 172 giorni.

“Per la prima volta abbiamo potuto studiare la struttura della galassia usando le stelle invece del gas”, ha spiegato Edward Churchwell, professore di astronomia membro del gruppo che ha realizzato l’immagine del piano galattico. ”Abbiamo stabilito senza ombra di dubbio che la nostra galassia ha una larga struttura a barra che si estende verso l’orbita del Sole. Adesso sappiamo molto di più anche sul posizionamento dei bracci della Via Lattea”, ha aggiunto.

Parte del mosaico realizzato con lo Spitzer Space Telescope della NASA

L’immagine a infrarossi è stata chiamata GLIMPSE360, che sta per Galactic Legacy Mid-Plane Survey Extraordinaire. Lo studio combina diverse survey, GLIMPSE, GLIMPSEII, GLIMPSE3D, Vela-Carina, GLIMPSE360, Deep GLIMPSE, CYGX, GALCEN e SMOG, e la panoramica copre circa il 3% del nostro cielo, ma dato che si concentra su una fascia di cielo che comprende il piano della nostra galassia,  mostra più della metà delle stelle della Via Lattea. I puntini blu sono singole stelle, la maggior parte delle quali molto vicine a noi, mentre la foschia blu attorno al centro della galassia è composta da luce stellare, ma troppo lontano da noi da cogliere le singole stelle che la compongono. Le strutture rosse, invece, sono nubi di polvere e gas che permeano la nostra galassia e danno vita a nuove stelle. Guardando con attenzione l’immagine realizzata dalla NASA è possibile osservare la nascita di nuove stelle, nelle regioni più luminose. È possibile notare anche nebulose, bolle, getti, colonne e altre forme bizzarre che saltano fuori scolpite nella polvere e gas dai venti stellari. In molte aree, filamenti scuri si stagliano nettamente contro lo sfondo luminoso: sono le spesse nubi di polvere nella nostra galassia.

Oltre a fornire nuove informazioni sulla struttura galattica, il telescopio e le immagini elaborate dal team guidato da Barb Whitney hanno reso possibile l’aggiunta di oltre 200 milioni di nuovi oggetti al catalogo della Via Lattea. Churchwell ha detto che l’immagine “ci dà l’idea della generale distribuzione delle stelle nella nostra galassia”. Potendo osservare anche le diverse zone di formazione, l’immagine ha dato la possibilità agli esperti di studiare “il tasso metabolico della via Lattea”, ha spiegato poi Whitney. “Ci dice quante stelle stanno si stanno formando ogni anno”.

Le nebulose Gum 22 e 25 nella Via Lattea.
Le nebulose Gum 22 e 25 nella Via Lattea.

Oltre a fornire un particolare e unico strumento di osservazione stellare, i dati a infrarossi raccolti dal team GLIMPSE hanno rivelato che lo spazio interstellare è riempito con gas idrocarburo aromatico policiclico diffuso. Si tratta di idrocarburi, quindi combustibili, molto complessi perché composti da due o più anelli aromatici, molecole pesanti con cinquanta o più atomi di carbonio. Churchwell ha detto che sono “sono più brillanti attorno a regioni di formazione stellare, ma rilevabili in tutto il disco della Via Lattea e galleggiano nel mezzo dello spazio interstellare. La loro presenza indica che il carbonio può essere più abbondante di quanto pensiamo”.

I dati di GLIMPSE fanno parte del progetto di citizen science Milky Way Project.

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