
L'ammasso di galassie MACS J1149.6+2223, situato a oltre 5 miliardi di anni luce di distanza, nella ripresa realizzata dal Telescopio Spaziale Hubble l’11 novembre dello scorso anno. Nel riquadro è evidenziata l’immagine quadrupla della supernova evidentemente esplosa in una galassia molto più distante e situata “dietro” l’ammasso. Da notare l’estrema piccolezza angolare dei particolari in gioco: tutta la rosa delle quattro immagini della supernova, ad esempio, misura in diametro poco più di due secondi d’arco.
Prima scoperta di una supernova multipla PRODOTTA DA UNA “LENTE GRAVITAZIONALE”
Cento anni e non sentirli, anzi. La Teoria della Relatività Generale formulata da Albert Einstein compie un secolo e continua a fare notizia, ma soprattutto, scienza. L’ultimo, entusiasmante risultato ad essa legato arriva da un team internazionale di astronomi guidato da Patrick Kelly dell’Università della California a Berkeley, e di cui fanno parte anche Adriano Fontana (Osservatorio Astronomico di Roma) e Tommaso Treu (ricercatore italiano dell’Università della California).
Rosetta vede tracce di ghiaccio?
Dalle immagini della camera OSIRIS di Rosetta, l’ipotesi che la regione Hapi, localizzata sul collo della cometa, potrebbe presentare tracce di ghiaccio
Tracce di ghiaccio su Hapi, una zona pianeggiante situata sul collo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. È quanto suggeriscono le ultime immagini della camera OSIRIS, che ritraggono questa strana regione della cometa impercettibilmente più blu rispetto al resto del nucleo.
Il bacino d’impatto più grande del mondo
Si tratta di un cratere di 400 chilometri che però oggi non esiste più. Un gruppo di ricercatori, scavando per più di due chilometri sotto la crosta terrestre, ha trovato le tracce di questo violento impatto che può risalire a oltre 300 milioni di anni fa.
Durante una trivellazione nell’ambito di una ricerca geotermica nell’Australia centrale sono stati trovati frammenti di un enorme meteorite doppio che avrebbe impattato con la Terra almeno 300 milioni di anni fa, producendo un cratere di ben 400 chilometri di larghezza (la zona d’impatto più grande mai trovata sul nostro pianeta).
Anche CHIRONE possiede un anello?
Due studi sul famoso centauro Chirone, il planetoide che ha inaugurato la categoria degli ibridi comete/asteroidi, fanno pensare che sia circondato da un anello di detriti. Se così fosse, sarebbe il sesto corpo del Sistema solare a presentare un sistema d’anelli, il secondo centauro dopo Chariklo.
L’anno scorso, proprio di questo periodo, raccontavamo del doppio anello di gas e polveri trovato attorno al lontano asteroide centauro (10199) Chariklo (vedi Coelumn. 180), il quinto corpo conosciuto nel Sistema solare a essere dotato di un cerchio di detriti, dopo i molto più grandi e ben più noti pianeti: Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Ora un gruppo statunitense, guidato da Jessica D. Ruprecht del MIT, ha trovato un possibile sistema d’anelli addirittura intorno a (2060) Chirone il prototipo dei centauri. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Icarus.
L'articolo completo è pubblicato su Coelum n.191 - 2015 alla pagina 6
buongiorno
LO letto online
buona Pasqua
santambrogio sergio