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Recensione: “L’Universo Vicino” di James Trefil

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L'Universo Vicino
L'Universo Vicino
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L'Universo Vicino
L'Universo Vicino

National Geographic – Edizioni White Star srl 2001
Formato 26 x 33,5 cm – 260pp
Prezzo euro 46,48

Questo libro, un vero e proprio atlante dell’universo che descrive le conoscenze attuali dell’astronomia, inizia con una doppia prefazione di sicuro prestigio. La prima è di Umberto Guidoni, nello spazio due volte con le missioni STS-75 – quella del satellite italiano a filo Tethered – e la recente STS-100 svoltasi nell’aprile del 2001, che lo ha visto primo europeo ad entrare nella Stazione Spaziale Internazionale; la seconda è invece dell’astrofilo David Levy, divenuto famoso per aver scoperto insieme con Eugene Shoemaker la cometa che nel 1994 si andò a “schiantare” sul pianeta Giove.
Chi non ricorda l’emozionante sequenza degli impatti multipli osservata da Terra e dal telescopio spaziale Hubble? E proprio Hubble, in un certo senso, è il protagonista di questo libro di grande formato, illustrato per buona parte con le immagini riprese dall’osservatorio orbitante in oltre dieci anni di attività.
Anche nel descrivere il Sistema Solare l’opera si avvale della migliore documentazione fotografica, questa volta dovuta all’instancabile attività delle sonde automatiche. Esauriente il capitolo relativo al Sole, che l’autore descrive fornendo dati fisici e ricorrendo a paragoni familiari – quanto impiegherebbe, ad esempio, un aereo di linea per compiere un tragitto pari al suo diametro? E poi Mercurio, pianeta completamente ricoperto di crateri, Venere perennemente ricoperta di nubi e dall’atmosfera infernale, e la nostra cara vecchia Terra con la sua Luna, l’unico corpo celeste, finora, a essere stato esplorato direttamente dall’uomo.
Il viaggio prosegue con Marte, che in questo periodo è oggetto di numerose osservazioni per mezzo di sofisticate sonde in previsione di un futuro viaggio umano, fino alla fascia degli asteroidi, e ai giganti gassosi Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Mondi incredibili, di forme e colori bizzarri, esplorati dalle sonde Voyager 1 e 2 negli anni ‘80. La descrizione del nostro sistema solare si conclude con Plutone, l’unico pianeta non ancora esplorato da sonde. Lasciato il nostro Sistema, il viaggio prosegue verso lo spazio “esterno”, tra nebulose, galassie e buchi neri: uno scenario completamente diverso, che l’autore ci aiuta a comprendere descrivendolo come una matrioska (la famosa bambola russa che aperta rivela bambole via via più piccole) al contrario: dalla nostra culla cosmica all’infinito attraverso ambienti sempre più grandi e lontani nel tempo. L’originale raffigurazione consente al lettore di apprendere i primi rudimenti di cosmologia, e di riflettere alla fine sulle reali dimensioni, non solo fisiche, della nostra Terra: di una piccolezza disarmante, ma finora l’unico pianeta conosciuto ad ospitare la vita.

James Trefil è titolare della cattedra di Fisica Clarence Robinson all’Università George Mason e ha scritto già diversi libri di divulgazione scientifica come “The Moment of Creation”, “The Dark Side of the Univers”, “From Atom to Quarks”, e “Are We Alone?”. Trefil, inoltre, collabora con i periodici “Smithsonian” e “Science” ed al quotidiano “Usa Today”.

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